Notule
(A cura di LORENZO L. BORGIA & ROBERTO COLONNA)
NOTE
E NOTIZIE - Anno XVIII – 27 novembre 2021.
Testi pubblicati sul sito www.brainmindlife.org
della Società Nazionale di Neuroscienze “Brain, Mind & Life - Italia”
(BM&L-Italia). Oltre a notizie o commenti relativi a fatti ed eventi
rilevanti per la Società, la sezione “note e notizie” presenta settimanalmente
lavori neuroscientifici selezionati fra quelli pubblicati o in corso di
pubblicazione sulle maggiori riviste e il cui argomento è oggetto di studio dei
soci componenti lo staff dei
recensori della Commissione Scientifica
della Società.
[Tipologia del
testo: BREVI INFORMAZIONI]
Neuroni
specializzati per il canto degli uccelli che assomigliano a cellule umane per
la motilità fine. Uno studio condotto da Benjamin Zemel e colleghi della Oregon Health
& Science University sulle basi neuroniche del canto degli uccelli ha analizzato
un gruppo di neuroni esprimente un particolare set di geni, che modulano
proteine dei canali ionici del sodio dai quali dipende la capacità di queste
cellule di generare potenziali d’azione ultrarapidi associati allo specifico
canto di un maschio, in tal modo reso riconoscibile dalle femmine. L’assemblaggio
di questi neuroni e dei loro canali ionici ricorda in maniera impressionante
quello dei neuroni piramidali giganti di Betz della corteccia motoria
primaria del cervello umano, che consentono atti precisi di motilità
fine. [Cfr. Zemel B. M., et al., Nature Communications 12 (6762) –
AOP doi: 10.1038/s41467-021-26521-3, 2021].
Studio
su giovani donne epilettiche in età fertile rileva costante disfunzione
sessuale. Le donne affette da epilessia
in età fertile soffrono di disfunzione sessuale, come è emerso da uno
studio condotto da Ana Maria Cruz Santos e colleghi su 55 donne epilettiche e
55 sane fungenti da controllo, di 32 anni di età media. È necessario in questi
casi accertare la presenza di segni di depressione e uso di farmaci inducenti
enzimi, perché questi due fattori peggiorano la funzione sessuale, la soddisfazione
personale e la qualità della vita, innescando pericolosi circoli viziosi. [Cfr. Santos A. M. C, et
al., Epilepsy Behav. 125: 108399, Nov 13, 2021].
Per
la depressione resistente al trattamento una nuova versione della DBS (deep
brain stimulation). Un chirurgo
americano molti anni fa, intervenendo a un convegno sul trattamento della
depressione, a proposito della stimolazione cerebrale con elettrodi collocati
nella profondità del cervello (DBS) ebbe a dire: “Per me, farsi aprire il
cranio e farsi trafiggere il cervello con elettrodi che ti rimangono impiantati
fino a quando sarai operato di nuovo al cervello per toglierli se sei guarito
dalla depressione – ammesso che tu
guarisca in quel modo, viste le percentuali di successo (risate dell’uditorio)
– è come farsi fare una laparatomia e farsi manipolare chirurgicamente l’intestino
per superare subito una stitichezza, invece di aspettare l’effetto emolliente
di un lassativo!”.
Sebbene il
paragone sia ruvido ed estremo, anche perché l’indicazione alla DBS è per forme
gravi di depressione che non possono certo paragonarsi a una stipsi, rende bene
l’atteggiamento della maggior parte dei pazienti ai quali lo psichiatra propone
questo trattamento. In numerose occasioni abbiamo espresso il nostro parere in
proposito, e qui ricordiamo che negli anni recenti due studi (controllati,
randomizzati) condotti su pazienti depressi volontari sono stati interrotti per
l’assoluta mancanza di effetti positivi.
Ricordiamo
anche, di passaggio, che l’uso della DBS è clinicamente approvato per il
trattamento di epilessia, Parkinson e forme gravi di disturbo
ossessivo-compulsivo (OCD).
Tanto
premesso, segnaliamo il testing in corso di nuove tecniche molto più
sofisticate e personalizzate di DBS, delle quali dà conto Kelly Servick in una rassegna
proposta il 22 novembre scorso su Science, dal taglio divulgativo ma efficacemente
informativa.
In ogni caso,
il numero dei volontari trattati è sempre esiguo e la significatività dei
risultati è conseguentemente molto limitata. Infatti, l’esempio citato dalla
Servick di sicuro effetto positivo della DBS recente, e pubblicato il mese
scorso su Nature Medicine, riguarda una singola paziente che ha
conservato il miglioramento a un anno di distanza dall’intervento chirurgico di
craniotomia e impianto degli elettrodi. [BM&L-Italia news novembre 2021].
Cosa
abbiamo imparato da questa pandemia? Ben poco, a giudicare da cosa sta
accadendo. Un anno e mezzo fa
abbiamo pubblicato un articolo intitolato, appunto: “Cosa abbiamo imparato da
questa pandemia?” (Note e Notizie 09-05-20 Cosa abbiamo imparato da questa
pandemia?). A quanto pare, veramente poco. L’articolo si chiudeva con
queste parole: “la combinazione saggia e ragionata di
tutte le misure indicate potrà consentire di debellare questa minaccia ancora
incombente sul genere umano”. Anche in
altre occasioni abbiamo riportato le previsioni e le indicazioni di
infettivologi esperti di epidemie virali e impegnati nello studio di SARS-CoV-2,
che sottolineavano la necessità di porre in atto tutte le misure preventive efficaci
e praticabili accanto alla vaccinazione. L’Austria è in lockdown per un
periodo di tre settimane, al termine delle quali si valuterà se proseguire;
anche l’Olanda ha disposto confinamento e chiusura generalizzata, sebbene il provvedimento
abbia suscitato malumori e manifestazioni di piazza a Rotterdam; così molti
altri stati che affrontano l’incremento esponenziale dei contagi hanno
programmato vari e articolati sistemi per ridurre drasticamente i contatti
sociali.
Come è accaduto
ogni volta che il contagio cresce, nelle fasi iniziali non si è fatto nulla,
tranne continuare a chiedere di vaccinarsi alla minoranza non vaccinata, perché
l’ascesa esponenziale quando i numeri sono bassi viene sottovalutata e poi, quando
si arriva a migliaia di nuovi contagi al giorno, c’è sorpresa, allarme
mediatico e si parla di “nuova ondata”. Il concetto della crescita moltiplicativa,
che sembra proprio non venga compreso, da un professore di matematica di prima
media veniva così spiegato ai suoi studenti: “Uno per uno fa sempre uno, ma
mille per mille fa un milione”.
Abbiamo
ripetuto fino alla noia che ostinandosi a non adottare mai criteri preventivi
si continua ad alimentare il contagio impedendo l’estinzione nella popolazione
di SARS-CoV-2 che, ricordiamolo per l’ennesima volta, vive solo nell’organismo
delle persone contagiate.
I media danno
risalto alla preoccupazione per le nuove varianti – e in particolare per quella
maggiormente rilevata – espressa da Antony Fauci, ma l’infettivologo dei National
Institutes of Health di Bethesda (USA) aveva avvertito fin dall’inizio della
pandemia che era ragionevole ipotizzare una permanenza epidemica delle varianti
di SARS-CoV-2 nel mondo per almeno quattro anni, e aveva avvertito fin dall’inizio
che le due esperienze precedenti con SARS e MERS avevano confermato la
necessità di porre in atto tutte le misure necessarie a limitare al massimo i
contatti sociali. Troppi in Italia hanno ritenuto la vaccinazione uno strumento
sufficiente a consentire il ritorno alle abitudini pre-pandemiche.
Sono state ignorate
o sottovalutate numerose cose, ben note per conoscenza o per evidenza.
Ad esempio, la
bassa durata temporale della protezione vaccinale negli anziani, ma anche
in una percentuale rilevante di persone di età media, come è risultato quando
sono state sottoposte a verifica mediante la ricerca di anticorpi. La scorsa
estate, in una sia pur ristretta casistica personale, abbiamo riscontrato in
anziani, vaccinati per primi nel 2020 con entrambe le dosi, l’assenza di IgG
anti-SARS-CoV-2. Queste persone, al pari di coloro che non si sono sottoposte
alla vaccinazione, hanno diffuso e stanno diffondendo il contagio.
È stata sottovalutata
la differenza immunologica delle varianti del virus, presumendo che anche
quelle non ancora caratterizzate sarebbero state neutralizzate con la stessa
efficienza dalla vaccinazione.
Sono stati
concessi anacronistici riti di massa spacciati per pratiche di “medicina
alternativa” dei no-vax: grandi adunate in cui questa gente ha pubblicamente
esibito comportamenti di interazione fisica collettiva “per contagiarsi e diventare
immuni senza vaccino”. Il fenomeno si commenta da solo.
In molte città,
e comuni italiani meno grandi, dalla riapertura delle scuole il trasporto
pubblico vede nelle ore critiche gli autobus cittadini affollati senza
rispetto della distanza, in condizioni di vicinanza tali da rendere del tutto
insufficienti le mascherine chirurgiche.
Nell’informazione
sanitaria, non solo si è smesso di raccomandare la distanza nei luoghi pubblici
al chiuso, l’uso di mascherine KN95, l’areazione frequente, le misure di igiene
personale e ambientale, ma non si è mai parlato di comportamenti sessuali,
ormai estremamente diffusi nel nostro paese, che comportano l’incontro tra
sconosciuti a scopo di accoppiamento e contribuiscono in modo significativo
alla diffusione del contagio: dai grandi raduni di ragazzi, presentati come
feste universitarie ma organizzati con la presenza di tante giovani prostitute
che si fingono studentesse, alle case e ville di scambisti camuffate da circoli
culturali, dalle varianti consentite del rave party alle innumerevoli
forme di appuntamenti presi attraverso i tanti siti internet dedicati a questo
genere di incontri.
I positivi
asintomatici, come abbiamo spesso rilevato, fin dall’inizio della pandemia sono
stati inviati a casa propria per l’isolamento non controllato, comportando
nella maggior parte dei casi il contagio di tutti i membri della famiglia/ospiti
della casa. Dalla scorsa estate, abbiamo verificato che i positivi in alcune
regioni non sono più sottoposti nemmeno a questo regime di isolamento “casareccio”.
Rimane il
problema non aver agito preventivamente al fine di far scomparire il virus
dalle comunità, e quindi, anche se la vaccinazione di massa ha fermato l’ecatombe
dello scorso anno, si rimane sempre con una quota di coronavirus presente tra
noi che, per effetto delle interazioni sociali non protette e del cessare della
protezione vaccinale, è sempre in grado di riavviare l’escalation dei
contagi.
La ratio
e il fine dei provvedimenti sono sbagliati, se si vuole veramente
eliminare questo flagello: il fine delle vaccinazioni e delle altre misure di
prevenzione del contagio deve essere l’eliminazione del virus, per non
avere più morti da coronavirus.
Come voleva l’illuminista
Immanuel Kant, l’uomo non deve mai essere considerato un mezzo, ma sempre
un fine; e ciò è anche implicitamente al cuore dell’umanesimo cristiano
con radici nella millenaria antropologia ebraica. Se si fa qualcosa per l’uomo,
inteso solo come mezzo per il fine principale di salvare il business
commerciale e la reputazione politica, ci si trova in queste condizioni.
Dal 28
novembre a Milano ci sarà l’obbligo di mascherina anche nei luoghi aperti, ma
le interviste per strada ai cittadini di passaggio fanno già rilevare un’elevata
percentuale di dissenzienti. In Parlamento sarà presentato in questi giorni un
provvedimento simile, inclusivo di altre misure da adottare su tutto il
territorio nazionale. Nella coscienza collettiva non è cambiato molto dallo
scorso anno: mentre si continua a morire di COVD-19, alcuni non sono disposti
nemmeno a mettere una mascherina per fare le compere. [BM&L-Italia news,
novembre 2021].
Notule
BM&L-27 novembre 2021
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